Il protagonista di oggi: Riccardo Maini e il suo "Out there".
Il nostro protagonista di oggi è il compositore e pianista Riccardo Maini.
Come potresti descrivere la musica di Riccardo Maini oggi?
La musica che compongo oggi e che sto proponendo è un continuo svilupparsi, sia sull'aspetto tecnico che su quello dell'ascolto.Sto cercando di trovare un mio stile preciso senza andare a comporre brani che non mi appartengono.
Puoi raccontare come componi una nuova opera?
Quando compongo alcune volte un nuovo lavoro nasce già con un'idea ben precisa, invece questo nuovo album è nato dopo che avevo pubblicato i due singoli Walking in the world e Flying with my mind, come una conseguenza di questi brani.
Inizialmente volevo creare un album simile a Love and elements, cioè con l'inserimento anche di altri strumenti ma poi, mentre stavo componendo i brani nuovi, ho notato che funzionavano bene anche solo con il piano come nell'e.p. Valleys.
Ho cosi iniziato a provare i vari brani e a cercare un filo conduttore che li legasse ed è appunto nato il titolo "Out there" cioè "la fuori".
Lavori su un pezzo alla volta o su più brani contemporaneamente?
Dipende, a volte lavoro su un brano e cerco di portarlo a termine subito , invece in altri casi inizio a lavorare a blocchi di brani e poi man mano li finisco e li scrivo in modo più dettagliato.Credo che il processo di scrittura cambi dall'idea che si ha in mente, perché ad esempio i singoli sono brani più diretti e quindi ognuno va per conto suo, invece penso che per un Ep o un album occorra partire un po' con un'idea generale e poi sviluppare i singoli pezzi in base a questa idea iniziale.
Si influenzano a vicenda?
Si può dire che i brani di "Out there" abbiano appunto tutti un filo conduttore che è il viaggio , sia viaggio reale che dentro di se.
Ad esempio il brano Look into your earth è proprio riferito a questo viaggio interiore: guardare dentro al proprio cuore e capire che cosa si vuole e come si vuole essere.Il brano North Star si può definire a mio avviso idealmente il punto centrale di questo lavoro, perché la stella polare è la stella che guida il nostro viaggio verso un punto preciso, in questo caso la musica, che è il mio obiettivo.
Come descriveresti il tuo "suono"?
Il mio suono lo definirei moderno ma nello stesso momento classico, perché ho usato soltanto il pianoforte, con cui si possa esprimere meglio questa classicità, e ho cercato nello stesso momento di inserire il ritmo per dare appunto una modernità.Vorrei mantenere questa mia caratteristica anche nei prossimi lavori ma migliorando la tecnica .
Cosa è cambiato con il tuo nuovo lavoro "Out there"?
Con il mio nuovo lavoro è cambiato l'aspetto tecnico dei brani.Ho cercato di renderli ritmati e nello stesso momento accentuarne la fluidità e credo che questo si possa percepire nell'ascolto.Nell'album ci sono composizioni brevi ed incisive e altre più lunghe ed articolate.
Infine, su cos'altro stai lavorando in questo momento?
Al momento sto pensando ad una serie di singoli, che comunque sono ancora in divenire.Sto sempre suonando in giro facendo esperienze interessanti e mi piacerebbe organizzare un po' di concerti per presentare questo mio ultimo lavoro.